il cinghiale
N

Il Cinghiale

E' facilmente riconoscibile per il corpo robusto e tozzo, il muso lungo e conico, il collo corto e le zampe corte e sottili. Il mantello è folto e presenta lunghe setole (giarra) soprattutto sulle spalle. La coda è corta e termina con un ciuffo di lunghe setole. Le impronte sono riconoscibili per la presenza accanto al 3° e 4° dito degli "speroni" (2° e 5° dito).

I canini superiori (difese) si sviluppano all'esterno e verso l'alto e vengono a contatto con quelli inferiori (coti), anch'essi incurvati verso l'alto, formando così una tavola di affilatura. Nel maschio sono più sviluppati che nella femmina.

HABITAT :

Macchia mediterranea e boscaglie decidue con corsi d'acqua, stagi o paludi.

NICCHIA ALIMENTARE :

Tuberi, radici, larve, lombrichi etc., piccoli vertebrati, nidiacei e uova.

COMPORTAMENTO :

Il periodo riproduttivo va da novembre a febbraio, variabile con il clima.

I maschi adulti (verri) penetrano nei branchi delle femmine allontanando i giovani maschi e coprono tutte le femmine in estro. Fra maschi della stessa gerarchia avvengono scontri per il possesso delle femmine. Gli scontri non sono mai mortali: i maschi si colpiscono con le zanne all'altezza delle spalle, dove la pelle è molto spessa e protetta da una folta criniera. Non si colpiscono mai al ventre.

Combattono fianco a fianco, per questo i canini sono divergenti.

Nel branco delle femmine si vengono a stabilire complessi rapporti gerarchici; i piccoli nascono in primavera (max 8 per femmina) e vengono allattati e difesi da tutte le femmine del gruppo, tutte legate da vincoli di parentela.

I piccoli rimangono nel branco delle femmine fino ad 1 anno, massimo 18 mesi, quindi formano un gruppo misto di fratelli: il gruppo dei rossi.

Quindi a due anni circa il gruppo si scioglie ed i maschi vivono solitari o sai accompagnano ad un "solengo", maschio anziano, mentre le femmine formano un branco femminile. Non è territoriale.

Una caratteristica del cinghiale è l'"insoglio": l'animale si rotola nel fango per liberarsi dai parassiti e per favorire la termoregolazione.

La presenza o meno di corsi d'acqua che consentano quest'attività è quindi limitante per la distribuzione del cinghiale, le cui principali esigenze sono infatti l'acqua, la copertura ed il cibo.

Quando il fango si secca, il cinghiale si gratta contro gli alberi (particolarmente gradite sono le conifere), provocando spesso il danneggiamento della corteccia e quindi la morte della pianta.

Un segno della presenza del cinghiale saranno quindi le tracce di fango sui tronchi degli alberi.

Altri segnali sono gli scortecciamenti e le "arature" del terreno che il cinghiale scava con il grugno alla ricerca di tuberi ed invertebrati.

NEMICI E CONCORRENTI: non ha nemici, essendo il lupo, pericoloso per i piccoli, raro.

DISTRIBUZIONE : abbondante soprattutto al centro-sud (manca in Sicilia), è presente anche al nord.

Un tempo in Italia si potevano distinguere tre sottospecie:

  • sus scrofa scrofa (Italia settentrionale): si estinse a partire dal 1700 a causa della caccia e delle distruzioni dell'habitat (Pianura Padana).

  • sus scrofa majori (centro-sud) (il cinghiale maremmano): è stato completamente riassorbito dalle sconsiderate introduzioni di cinghiali provenienti dall'Europa orientale, fatte a scopo venatorio

  • sus scrofa meridionalis (Sardegna): sembra che non corra rischi.

Inoltre la pratica dell'allevamento brado dei maiali domestici ha comportato l'ibridazione dei cinghiali con questo animale.

Le conseguenze di tutto ciò sono state molto dannose per l'agricoltura: questi "nuovi" cinghiali sono più grossi, più prolifici e più resistenti agli eventi climatici, dei cinghiali originari.

Se si aggiunge la mancanza di predatori come il lupo, la cui azione svolgeva un controllo sulla natalità, ed una richiesta alimentare più esigente che li spinge fino nei terreni agricoli, si può ben capire quali devastazioni possono compiere.

Oltre che nei campi i danni li provocano anche nei boschi, dove l'alta densità dei cinghiali determina un eccessivo smuovimento del terreno (cosiddette "arature") ed un eccessivo scortecciamento delle piante.

GESTIONE :

Classi di età:

  • Striati (da 0 a 12 mesi)

  • Rossi (12-24 mesi)

  • Scrofa (femmina >24 mesi)

  • Verro (maschio >24 mesi)

(I piccoli perdono le striature a 3-4 mesi, ma per comodità si continuano a chiamare striati).E' indispensabile programmare la presenza di questo animale nelle aree vocazionali.

Il cinghiale è un animale ubiquitario e qualsiasi habitat che soddisfi le sue esigenze fondamentali (acqua, cibo, copertura) va bene.

Quindi è necessario scegliere queste aree non solo con il criterio ecologico, ma con un criterio politico-gestionale.

La disponibilità di cibo offerto dall'ambiente naturale segue una periodicità stagionale, per cui ci saranno periodi di abbondanza e di carestia (es. inverno). In quest'ultimo caso gli animali si rivolgeranno ai campi coltivati, che comunque esercitano un'attrazione notevole in ogni periodo dell'anno. Le colture danneggiate sono: le colture foraggiere, cerealicole ed in minima parte le colture di mais e quelle orticole.

Non c'è un semplice asporto, ma una vera e propria aratura del terreno coltivato.

Una volte trovate le aree vocazionali, sorge il problema di mantenere le popolazioni del cinghiale entro i confini, cosa che non è molto semplice, essendo il cinghiale un animale non territoriale, che si sposta.

Inoltre il cinghiale continua ad essere immesso nel territorio più o meno legalmente.

Una soluzione potrebbe essere l'abbattimento di tutti gli animali che sconfinano, ma manca il personale. Quindi un controllo viene svolto dai cacciatori, ma in questa maniera non si pone freno all'immissione di altri cinghiali, ma la si incentiva.

Per il cinghiale i piani di abbattimento non prevedono una selezione per classi di età, vista l'alta prolificità, per cui il metodo più usato è la battuta, con la quale si abbattono almeno il 70% di individui della classe giovanile.


ome italiano : Cinghiale