AGLI AMICI
SONETTO
Giovani amici, a cui di amor le frecce Punsero il core, onde seguir
le tracce, Non vi stancate di due bionde trecce, Qual cacciatore appresso
alle beccacce.
Giano non son'io già, che avea due facce, Scherzando scrissi,
qual nelle cortecce Si suoi da voi, senza temer le tacce, Scriver
nomi di ninfe boscherecce.
Se pur vi incresce, che con versi mille, Volli lodar le vostre pastorelle
Silvia, Nice, Rosalba, Irene e Fille.
Parlerò sol di voi, non più di quelle, E farò
che rimbombi a suon di squille, Il vostro nome fra l'erranti stelle.